residenziale

Garibaldi 14, Palazzo Buri-Fumanelli

Ubicazione

Via Garibaldi, 14 VERONA


Proprietà / Committente

Privato


Progettista

Alessandro Perbellini Architetto


Superficie edificabile

250 mq


Stesura progetto

2017


Realizzazione

2017-2018


Tipologia costruttiva

Muratura e legno


Classe energetica

A

PALAZZO BURI-FUMANELLI Via Garibaldi n. 14 Relazione storico-artistica  L’edificio, denominato Palazzo Buri – Fumanelli, è situato in centro storico a Verona all’interno dell’isolato, compreso tra le attuali vie Garibaldi, Pigna, De Canal e vicolo Barchetta. La facciata è rivolta su via Garibaldi, un tempo “via S. Pietro in Monastero” per la vicinanza della chiesa omonima, oggi chiusa al culto; l’edificio si sviluppa poi intorno a un cortile interno con porticato e colonne. Le origini del fabbricato si possono ricondurre alla metà del XIV secolo, mentre la presenza di uno stemma in marmo rosso, collocato su una parete laterale della corte interna, attribuisce la proprietà del fabbricato alla nobile famiglia dei Fumanelli, il cui insediamento a Verona nella contrada di S. Pietro in Monastero si registra a partire dal 1450. Nel Seicento il palazzo risulta, invece, proprietà della famiglia dei conti Buri, un esponente dei quali è menzionato in una lapide del cortile, riportante la seguente iscrizione: MICHAELI COMITI BURI URBANO PRAETORI NULLI PRIORUM SECUNDO IO. BAPTA GUIDOTINI AEDILE IOSEPH RUSCA PETRO REGAZZONO DOMINICO RONCALLI COSS: M. DC. XCVIII. La lapide è sormontata anche dallo stemma familiare. Nel corso del Seicento lo Zannandreis annota che “il palazzo de’ Buri” fu rimodernato dall’architetto Andrea Zanoni, mentre nuovi interventi di restauro ad opera di Michelangelo Zorzi e Pietro Mariani si registrano nel fascicolo, oggi conservato nell’archivio privato dell’attuale proprietario, «1793 Ristauri nel Palazzo in Verona eseguiti dalla Contessa Isotta Buri Spolverini», quest’ultima sposa di Girolamo Buri. Alla fine del Settecento la proprietà compare nel Catasto Napoleonico, contraddistinta con il mappale n. 4198. Con il successivo passaggio al governo austriaco l’edificio nella relativa mappa catastale è contrassegnato con il mappale n. 2363, a nome di “Buri Conti Girolamo e Giovanni Battista fratelli quondam Giovanni Danese”, figli legittimi dei suddetti Isotta Spolverini e Girolamo Buri. Si ricorda, inoltre, che ai medesimi intestatari si addicono anche alcuni mappali limitrofi: il n. 2368 (Scuderia, rimessa e fenile) e il n. 2367 (Casa che si estende anche sopra parte del 2368), ambedue alienati nel 1849 a Maffei Nobile Angela quondam Luigi, vedova Paletta, oltre al n. 2361 (Area di case demolite ora piazzale), area  che, il 3 agosto 1866, è ceduta al conte Miniscalchi Francesco di Luigi, con l’obbligo tuttavia di non costruirvi nulla e lasciare lo spazio libero davanti al palazzo Buri. Dal 1849 l’immobile è del solo Conte Giovanni Battista Buri quondam Giovanni Danese e nel 1878 la registrazione a suo nome è trasferita nel Catasto Italiano con i nuovi riferimenti: lo stabile è individuato nella relativa mappa alla Sez. A, foglio II, mappale n. 246 e la proprietà risulta estesa fino a vicolo Barchetta. In seguito, alla morte del Conte Giovan Battista Buri, avvenuta il 10 giugno 1883, il palazzo rientra tra i beni che per volontà testamentaria il conte stesso ha inteso suddividere tra i suoi nipoti, Gerolamo e Carlo Bernini fu Giovanni e il marchese Giovanni Fumanelli dell’allora vivente Francesco. Sulla base, quindi, del contratto divisionale, stipulato dai nipoti davanti al notaio Italo Donatelli il 6 Dicembre 1883, i fratelli Bernini decidono di lasciare “Al signor Marchese Giovanni Fumanelli il Fabbricato con tutte le sue abenze e pertinenze e tutti i suoi diritti ed oneri relativi, posto in Verona Via Ponte Garibaldi ai Civici nuovi 14 sulla via Garibaldi e 3 sul Vicolo Barchetta, e distinto (…) tra confini ad est vicolo Barchetta, a sud della Via Pigna, ad ovest dalla Via Garibaldi, a Nord dalle ragioni Bevilacqua Lazise”. Nel 1886 in seguito alla morte di Giovanni Fumanelli di Francesco la nuda proprietà del palazzo passa ai diretti discendenti, i figli Arrigo, Carlo, Giuseppe, Giulia e Adelaide, insieme alla loro madre, in qualità di usufruttuaria, la Contessa Rosa Da Persico. Nel 1889 e nel 1894 si documentano alcuni interventi, soprattutto di carattere idraulico, ad opera degli Ingegneri Arvedo Arvedi e Francesco Saladini. Durante la guerra lo stabile fu requisito dal Distretto Militare repubblicano-fascista che lo adibì a propria sede e il marchese, fu costretto a fuggire altrove. Con la successiva liberazione, il 25 aprile 1945, palazzo Fumanelli fu occupato “per uso uffici distrettuali” dal nuovo Esercito Italiano, non permettendo, però, ancora al marchese il rientro nella sua abitazione. Il verbale di riconsegna del fabbricato riporta infatti la data 7 agosto 1947. Nel 1948 segue un frazionamento e una parziale vendita dell’immobile, operazioni che portano, infine, alla odierna definizione della proprietà che nel 2000 per eredità, in seguito alla morte del marchese Giovanni Battista Fumanelli, è passata al Sig. Armando Pirola. Successivamente, nell’anno 2007, la proprietà è stata ceduta alla Dott.ssa L.C..              

























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