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Costruire sostenibile

E’ di assoluta attualità in Europa e nel mondo del tema “CLIMA__ENERGIA” che si concentra sulla necessità di riduzione delle emissioni di Co2 e sulla incentivazione delle fonti energetiche alternative. L’obiettivo europeo è quello di ridurre almeno del 20% entro il 2020 le emissioni inquinanti responsabili del sempre più pericoloso effetto serra. Nello stesso tempo il protocollo d’intesa Europeo prevede l’aumento del 20% dell’uso di energie rinnovabili e prevede di conseguire almeno il 20% di risparmio energetico.

Tutti i Paesi sono concordi nell'individuare nel 2020 l'anno di riferimento per la riduzione dell'inquinamento, ma le differenze riguardano la percentuale di riduzione promessa. Le emissioni di Co2 in atmosfera dipendono da svariate questioni, in primo piano l’industria, le automobili, i rifiuti, la casa. Ogni settore deve fare la sua parte per conseguire il risultato e raggiungere la massima efficienza, affinché si possano ridurre le emissioni in atmosfera e di conseguenza inquinare di meno. Il “pianeta casa” ha assoluta necessità di rilancio, rivolto ad un rinnovamento del concetto della casa che deve diventare più efficiente ma soprattutto molto più economica e accessibile anche alle fasce deboli della nostra società. Soprattutto quelle case rivolte alle fasce deboli devono essere molto prestanti sotto il profilo dei consumi, per permettere agli utenti di spendere di meno per riscaldamento ed energia elettrica

Emerge come in questo momento storico vi sia l’assoluta necessità di trasformare la “moda” in vera “cultura” del costruire con sapienza di cosa sia la sostenibilità, poiché lo sviluppo economico dipende dallo stock di risorse naturali della terra, e mantenerne la riproducibilità rappresenta la chiave per la sostenibilità. Tale riproducibilità viene mantenuta solo da un uso razionale delle risorse che tenga conto dei meccanismi di funzionamento degli ecosistemi e in generale delle capacità di carico ambientale.

Si tratta certamente di una grande sfida, straordinaria ed affascinante e siamo chiamati tutti ad impegnarci per vincerla.

La cosiddetta “casa passiva” consuma al massimo 1,5 litri all’anno di combustibile (gas, gasolio, ecc.) per metro quadrato riscaldato o raffrescato. Negli ultimi dieci anni ne sono state costruite oltre diecimila con un costo superiore del 5% rispetto agli edifici che consumano 6 litri di combustibile al metro quadrato. Un edificio costruito intorno agli anni settanta consuma in media 25/30 litri all’anno per metro quadrato. Gli edifici che costituiscono il nostro patrimonio immobiliare consumano, sarebbe più corretto dire “sprecano”, tanta, troppa energia.

Quanto costa un anno di riscaldamento? Casa tradizionale 20 - 25 euro / mq; Casa a basso consumo energetico 3 - 5 euro / mq; Casa passiva zero - 1 euro / mq Indipendentemente da come la si voglia chiamare, sostenibile, ecologica, rispettosa dell’ambiente, biologica, a basso consumo energetico, passiva, questa modalità costruttiva punta a restituire una “casa autosufficiente”. I vantaggi non si quantificano solamente in riferimento alla minor spesa di gestione e di utilizzo della “macchina casa”, ma si misurano anche attraverso le emissioni di anidride carbonica e di gas climalteranti molto ridotte rispetto una casa tradizionale.

Se le emissioni di CO2 di una casa tradizionale raggiungono i 50 / 70 kg per metro quadrato, una casa a basso consumo immette in atmosfera 10 kg/mq, e la casa passiva al massimo 3 kg / mq.


Perchè realizzare o acquistare una casa a basso consumo energetico

Da studi eseguiti emerge come il conseguimento di una maggiore efficienza energetica dell’edificio, sia il metodo più rapido, più economico e più efficace per conseguire il maggior risparmio nell’acquisto di energia necessaria per riscaldare o raffrescare una casa.

L’efficienza energetica è un aspetto molto importante per la tutela dell’ambiente e la protezione del clima, ma al tempo stesso è di grande aiuto per il risparmio energetico e la riduzione dei costi di climatizzazione. Inoltre, un altro aspetto importate dell’efficienza energetica di un edificio si riferisce al considerevole miglioramento del confort abitativo che ne deriva.

La casa a basso consumo energetico quindi offre almeno tre vantaggi: risparmio energetico, protezione del clima e benessere abitativo.

Se una casa è ben progettata con corretto isolamento nella muratura, nella copertura, nei solai, con assenza di ponti termici e prestanti serramenti, allora la stessa abitazione non disperderà energia. E’ logico che utilizzando una quantità di energia decisamente inferiore rispetto a quella che consuma una “casa tradizionale” si ottiene una minor spesa per riscaldamento invernale e raffrescamento estivo. Ai giorni nostri non è più giustificabile, di fronte all’incontestabile e progressivo esaurimento delle energie fossili, costruire case il cui fabbisogno energetico sia dieci volte più alto del fabbisogno di un edificio progettato applicando tutte le conoscenze maturate in materia di efficienza energetica. Se per una “casa tradizionale” di 100 mq il costo di un anno di riscaldamento si aggira sui 2000 – 2500 euro, una casa a basso consumo energetico standard sempre di 100 mq richiede una spesa annua di 300 – 500 euro.

E’ strano come quando si acquista un’automobile si fa molta attenzione ai consumi, mentre quando si acquista una casa si guardano le finiture, i pavimenti, i rivestimenti, i bagni accessoriati, e non si dà importanza alle previsioni di costo relativo all’utilizzo della casa (bollette di gas ed energia elettrica).

Si può senz’altro asserire che acquistare una “macchina casa” a basso consumo energetico si traduce in minor spesa futura di gestione, maggior confort abitativo e riduzione dell’inquinamento atmosferico.


Riqualificazione energetica degli edifici esistenti

Quanto consuma la tua auto? Vorresti dire quanto consumava visto che ho installato l’impianto a metano ed ho ridotto di dieci volte i consumi e le emissioni inquinanti. Quanto consuma la tua casa? Consuma molto e non so come poter ridurre i costi di utilizzo.

Il tema della riqualificazione energetica degli edifici esistenti sta assumendo importanza e centralità nel dibattito architettonico contemporaneo. I consumi di energia primaria, legati al patrimonio edilizio esistente, rappresentano una quota determinante del bilancio energetico globale; Nei prossimi anni si assisterà ad una vera e propria esplosione del settore della riqualificazione volta all’efficienza energetica, ovvero al miglioramento prestazionale del costruito in termini di consumo energetico.

In effetti, se per le nuove costruzioni molti passi avanti sono stati fatti, e ad oggi risulta semplice preventivamente scegliere la classe energetica che si vuole ottenere per il proprio edificio, nel caso di ristrutturazione di un edificio esistente le problematiche sono senz’altro più complesse. L’aspetto principale dell’intervento si riferisce all’analisi della metodologia costruttiva ed alla valutazione delle prestazioni energetiche dell’edificio esistente, ed inoltre alla determinazione del metodo per conseguire una più consistente efficienza energetica futura. Le prestazioni ottenibili, dipendono senz’altro dalle risorse economiche che sono disponibili, pertanto è necessaria una approfondita riflessione rivolta a determinare economicamente vantaggioso il costo dell’intervento di riqualificazione rispetto il grado di efficienza ottenuto. Va detto peraltro che ad oggi persistono casi ove in occasione di interventi di ristrutturazione, le pareti esterne, i solai, il tetto, i serramenti, non vengono isolati in maniera soddisfacente, anche se sono disponibili molti esempi pratici che dimostrano come l’uso di appropriate tecnologie e materiali isolanti possono comportare consistenti risparmi dei costi di riscaldamento invernale e raffrescamento estivo.


Raffrescamento estivo, nessuno vi rinuncia

Negli anni ottanta le opinioni relative al valore da attribuire alle ampie superfici vetrate sul lato sud degli edifici erano discordanti; allora non si era ancora favorevoli ad includere il guadagno solare nel bilancio energetico della casa.

Ora si è maggiormente consapevoli, -e l’intento e quello di averne il pieno controllo scientifico-, che attraverso le superfici trasparenti filtra energia in ambedue le direzioni, verso l’esterno ma anche viceversa verso l’interno.

L’esigenza e la capacità degli edifici di offrire ambienti con temperature gradevoli anche in estate, oggigiorno è sempre più sentita, e pochi oramai vi sanno rinunciare. Oltre agli effetti generati dal sempre maggiore riscaldamento globale, oggi siamo in presenza di consistenti aumenti di fonti di calore interne, pensiamo al calore trasmesso dai computer presenti negli uffici o dagli elettrodomestici nelle abitazioni.

Sono aumentate inoltre le aspettative delle persone, che aspirano a vivere, lavorare e soggiornare in ambienti ben climatizzati. In estate per ottenere la riduzione di un grado della temperatura interna di un edificio si consuma il doppio di energia che per aumentare la temperatura di un grado nella stagione invernale.

Per ottenere un discreto benessere, già nella fase progettuale si devono adottare semplici accorgimenti che consentono di realizzare edifici confortevoli anche nella stagione più calda.

Le vetrate rivolte a sud dovrebbero essere dotate di schermature solari ombreggianti, ma nello stesso tempo orientabili, per evitare da un lato il surriscaldamento estivo e dall’altro consentire che l’irraggiamento solare nella stagione invernale apporti quei guadagni e quei benefici che permettono di risparmiare energia e incidono sul bilancio economico della gestione della casa.

In estate quindi vetrate ombreggiate, in inverno libere di ricevere guadagni termici attraverso l’irraggiamento solare.

Per un corretto confort estivo si deve considerare inoltre quale sia inoltre il miglior coibente da utilizzare nelle parti di edificio maggiormente esposte all’irraggiamento e di conseguenza più sensibili al surriscaldamento. Evidentemente stò parlando della copertura, che oggigiorno essendo spesso in legno, presenta una struttura molto leggera; poco peso, poca massa, scadente “sfasamento termico”. Esso indica il lasso di tempo che intercorre tra la massima temperatura che si registra all’esterno e la sua trasmissione all’interno dell’edificio. Come sappiamo le ore del mezzogiorno sono le più calde, quindi l’isolamento della copertura deve essere concepito in maniera che riesca a trattenere più a lungo possibile il calore proveniente per irraggiamento, e che lo stesso venga rilasciato all’interno dell’edificio con uno spostamento temporale, (sfasamento appunto), di almeno 10 / 12 ore. Nelle ore serali, le più fresche, semplicemente attraverso appropriato arieggiamento, si può ottenere un certo benessere interno delle stanze.

La qualità che deve avere il materiale da impiegarsi per ovviare al problema di surriscaldamento estivo, si dice capacità termica, che in combinazione con una bassa conducibilità ed un elevata densità (peso, massa) si ottiene un elevato sfasamento termico, che come detto, posticipa di alcune ore il rilascio delle temperature più calde all’interno dell’edificio.

Non vi siete mai chiesti perché le case antiche che presentano murature in pietra molto spesse, solitamente in estate sono molto fresche? Il motivo è presto detto, il calore è trattenuto per molte ore dalla muratura in pietra che presenta molta massa ed alta capacità termica. Al momento del rilascio del calore, la temperatura esterna è diminuita e pertanto il confort rimane.

Gli accorgimenti quindi sono semplici, ma soprattutto consueti e ampiamente conosciuti. Si devono comunque pensare e prevedere già nella fase progettuale della casa; Intelligente ombreggiamento delle finestre e appropriato isolamento con capacità di accumulo, evitano il surriscaldamento estivo degli ambienti, ma evitano soprattutto il ricorso a metodi attivi di raffrescamento e di conseguenza evitano spreco di energia e aumento di inquinamento.